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L'infiltrazione dei trigger points miofasciali

Cosa sono i trigger point miofasciali

I trigger points miofasciali sono piccole zone di un muscolo (estese per 2-3 millimetri) dove i recettori del dolore (nocicettori) sono anormalmente eccitabili (forse per l’azione locale di metaboliti algogeni). La zona muscolare dove risiede il trigger point si trova in una banda muscolare contratta (la taut band), entro il muscolo o nella sua fascia.

Quando è indicata l'infiltrazione dei trigger point miofasciali


L’infiltrazione dei trigger points miofasciali è indicata quando la visita ha identificato una delle frequentissime sindromi miofasciali responsabili d’un dolore persistente o ricorrente in particolari gruppi muscolari, specifici a seconda della sede dei trigger points.
Va ricordato che il dolore provocato dai trigger points miofasciali non è dove si trovano i trigger points ma in sedi diverse (target areas), caratteristiche per ogni muscolo.
In altre parole, il trigger points si comporta come il grilletto di un fucile (trigger, infatti, significa grilletto) che quando viene premuto spara il dolore nella corrispondente zona bersagnio (target area). Nelle sedi dove il trigger point provoca il dolore, questo può essere particolarmente intenso ed invalidante, aggravato dall'immobilizzazione (quindi particolarmente severo la mattina al risveglio) e migliorato dall'attività fisica (che quindi tende a migliorare durante la giornata).

Come si esegue l'infiltrazione dei trigger point miofasciali

Posta la diagnosi si sindrome miofasciale, basandosi sulle sedi dov'è avvertito il dolore, si ipotizza in quale muscolo può trovarsi il trigger point. A questo punto, per accertare la presenza del trigger point e localizzarlo esattamente, si esercita una certa pressione con il pollice sul muscolo "sospettato". La presenta del trigger point è denunciata dalla evocazione del dolore normalmente avvertito dl paziente o dalla sua momentanea riacutizzazione.

Accertata la presenza e la sede del trigger point, si inserisce un ago sottile connesso ad una siringa riempita con anestetico locale nella pelle sopra di esso e si manovra l'ago per farlo penetrare esattamente nella sede del trigger point. A questo punto, con l’indice ed il medio della mano sinistra appoggiati sul muscolo l’operatore percepisce un guizzo del muscolo non appena la punta dell'ago entra nel trigger point. Questa è la conferma della effettiva presenza del trigger point e del suo corretto raggiungimento con la punta dell'ago.

Confermato il raggiungimento del trigger point, vi si iniettano 0,5-1 millilitri di anestetico locale, si ritira l'ago, si comprime la parte per qualche secondo e, infine, si applica una medicazione sterile.